Wine&Siena: un viaggio nell’Italia del buon vino

A Merano, a Siena – e prossimamente in Calabria – Helmut Kocher ci ha ormai abituato con le sue kermesse raffinate a viaggiare per l’Italia del buon vino. E’ successo anche con l’ultima edizione di Wine&Siena, che nella splendida cornice di Santa Maria della Scala ha messo in mostra i vini della Penisola premiati nella decima edizione dei Capolavori del Gusto.

Baglio Diar è la visione della famiglia marsalese Di Girolamo, da generazioni legata al settore della produzione vitivinicola. Il progetto nasce dalle idee comuni di collaborazione, condivisione e impegno. I soci fondatori e architetti della planimetria aziendale sono Biagio Di Girolamo e Nicola Di Girolamo che, con la loro esperienza e capacità, rappresentano il fulcro dell’azienda.

“L’esaltazione dei cultivar autoctoni, Grillo, Inzolia, Catarratto, Zibibbo, Nero d’Avola e Perricone è la nostra vera ambizione”, spiegano: “Custodire il tesoro di questa terra e trasformarlo con cura, rispetto e maestria in un vero e proprio capolavoro è la nostra missione. Per questo i nostri vini si ispirano alla forza e alle caratteristiche di cinque donne protagoniste della letteratura siciliana, in particolare quella di Pirandello e Verga: Fantasia, Nedda, Selene, Velata e Dida.
Come acini di uno stesso grappolo, le nostre singole storie, raffigurate nelle etichette con i volti femminili – ricreano una realtà dedicata alla tradizione e al territorio”.

E di fedeltà al territorio, con le sue peculiarità e sfumature, parla anche l’azienda agricola Fonzone, dove i vigneti di Aglianico, Fiano e Falanghina coesistono con alberi da frutto, ulivi e boschi, in un angolo di natura nel cuore dell’Irpinia, a Paternopoli, nell’areale del Taurasi. “Per la famiglia Fonzone celebrare il piacere del vino si traduce, giorno dopo giorno, in un impegno costante, fatto di responsabilità, lungimiranza e tenacia, alla ricerca di un’eccellenza destinata a durare nel tempo”, ci dice il fondatore, Lorenzo Fonzone Caccese, che con la sua famiglia guida dal 2005 l’azienda vitivinicola.

Il risultato è una produzione dei principali vitigni irpini: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Falanghina e Taurasi, tutti D.O.C.G. Parola chiave: sostenibilità durante tutto il processo produttivo, dalla vigna alla cantina, grazie alla supervisione attenta di un enologo di fama internazionale come Luca d’Attoma.
Tra gli assaggi che lasciano il segno, Elle Effe Ci, un Greco di Tufo D.O.C.G. Riserva 2020, primo esemplare di un progetto dedicato al fondatore, e alle sue iniziali, destinato a durare negli anni.

A pochi chilometri dal Lago d’Iseo, e precisamente a Corte Franca, si trova l’azienda Bosio, che si estende su una superficie totale di 30 ettari, interamente compresi nella zona del Franciacorta D.O.C.G. A partire dagli anni Novanta, la famiglia da cui prende il nome la realtà vitivinicola si è proposta l’obiettivo di conciliare tradizione e innovazione, mettendo al primo posto la qualità.
I vigneti attualmente in produzione occupano una superficie di 20 ettari con un’esposizione variabile che permette di ottenere una produzione diversificata, che va da vitigni importanti come Chardonnay e Pinot nero per la produzione del Franciacorta D.O.C.G e dei vini bianchi, a Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per la produzione dei vini rossi. Fiore all’occhiello dell’azienda è l’attenzione all’utilizzo di particolari tecniche agronomiche, seguendo i canoni dell’agricoltura biologica.

Per concludere questo viaggio nel bicchiere, non possiamo non citare una delle aziende “di casa”: La Nascosta, 52 ettari distribuiti in campi, ulivi, boschi e vigneti, ad un passo da Montalcino. Affacciata nel cuore della Val d’Orcia, sito acclamato tra i più belli d’Italia e inserito dal 2004 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, la cantina  è uno degli elementi di spicco della Tenuta, che beneficia della potente influenza dell’estinto Vulcano del Monte Amiata ma anche del confinante torrente Onsola e del vicinissimo fiume Orcia.

Nonostante si trovi a pochi passi da Castiglione D’Orcia, La Nascosta è invisibile dal paese, ed è a questa singolarità che deve il suo nome. Fondata da Antonio Mastrojanni, tra i protagonisti degli anni della grande scoperta del Brunello di Montalcino, La Nascosta è nata nel 2011 ed ora è arrivata alla seconda generazione, con Luca che la guida insieme a suo padre. “Camminare la vigna”, la filosofia dell’azienda che vanta una produzione annua di 40 mila bottiglie.  Tra le etichette più originali, il Moscaminer, un blend tra moscato e Gewurtztraminer dall’aroma dolce e fruttato, con sentori di salvia, menta, pesca bianca, litchi e un velo di noce moscata. Fresco ed elegante, ha un’acidità ben bilanciata e un leggero gusto minerale.

Michela Nicolais

spot_img