“Uva Fiera”: un nome, un programma. Da un lato ad indicare che si tratta di una vera e propria fiera vinicola, un mercato di vini da scoprire e comprare. Dall’altro ad evocare la “fierezza” dell’uva con riferimento ai vini protagonisti dell’evento: bottiglie nate dalla vinificazione in purezza di vitigni “storicamente utilizzati in blend per smussare, arricchire, correggerne le caratteristiche” per svelare la loro fierezza e dargli l’importanza che si meritano.
“Uva Fiera, beviamolo in purezza” nasce dall’esigenza di avvicinare gli amanti del vino, esperti e non, ai piccoli produttori di vini in purezza a partire da vitigni nativi ed autoctoni, che venivano comunemente vinificati solo come vini da taglio o in blend. Con immensa fierezza, grazie alle numerosissime piccole realtà vitivinicole della nostra penisola, questi vitigni hanno dunque l’occasione di uscire allo scoperto e affermarsi con successo e riconoscimento nel grande mercato.
Sì, perché il panorama vinicolo italiano si presenta come un’enorme puzzle di produttori, denominazioni e aree geografiche. Questa realtà così ampia, variegata e dispersiva ha prodotto una segmentazione dell’offerta che ha portato all’affermazione nel mercato nazionale e internazionale dei grandi marchi, i più rinomati.
Ciò ha fatto sì che una miriade di piccole aziende venissero lasciate ai margini delle grandi vetrine e confinati al mercato locale. I loro prodotti originali e di alta qualità esprimono al meglio le differenti espressioni del territorio enologico italiano che – secondo il Catalogo Nazionale delle Varietà della Vite – possiede il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo (545 varietà di vite da vino e 182 varietà di vite da tavola). Primato per l’Italia non solo per la maggior diversità vitivinicola al mondo, ma anche per la maggior quantità di vino prodotto al mondo.
La mostra mercato di vini ottenuti da monovitigno che si terrà a Roma (Città dell’Altra Economia) dal 12 al 14 marzo presenterà al suo pubblico le aziende produttrici di vini in purezza che “ci rendono fieri di essere diversi”: dai vari Trebbiani italici (da quello d’Abruzzo, al Trebbiano Verde e Giallo laziali), alla Malvasia Puntinata, al Grechetto, al Greco Musc, al Cacchione e Bellone, al Ciliegiolo, al Centesimino, al Guarnaccino, alla Tintilia, al Frappato, solo per citarne alcuni.
Per tutte le informazioni: https://www.uvafiera.com/