“Ho reimpiantato le antiche varietà autoctone che resero famose le nostre campagne della Ciociaria in tutto il Regno di Napoli”.
Il viticoltore alla guida di Palazzo Tronconi, racconta la sua particolare filosofia nella produzione del vino e nella coltura della vigna e soprattutto della decisione di coltivare ad Arce, in provincia di Frosinone.
Nei suoi 15 ettari di terra Marco Marrocco ha riscoperto vitigni dimenticati come il Lecinaro, l’Ulivello nero, il Pampanaro, il Capolongo e il Maturano coltivati insieme ai più famosi Moscato di Terracina, Syrah e Malvasia Puntinata. Il tutto in equilibrio tra cielo e terra, secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica. L’azienda oltra che biologica è certificata Demeter, organismo privato di certificazione dell’agricoltura biodinamica. Al bando quindi la chimica, sia dalla vigna che dalla cantina. Fermentazioni spontanee, assenza di chiarificatori, coloranti e conservanti.
Ci sono voluti anni per registrare i vitigni sconosciuti, la scuola di Carlo Noro per conoscere la biodinamica e i suoi segreti e dieci anni di lavoro per arrivare a produrre le 50 mila bottiglie della sua azienda.
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