“La mia azienda non è nata per stare sul mercato”. Lo racconta con una punta di malcelato orgoglio Claudio, che con Simona è l’anima della Fattoria di Gaglierano, quattro ettari per 15mila bottiglie in una collina situata tra le pendici del Gran Sasso, in linea d’aria distante 20 km, e le brezze marine dell’Adriatico.
E’ qui che Claudio – ci spiega ad Hortus Vini, nella splendida cornice dell’Orto botanico di Roma – ha cominciato a “fare vino per noi, poi siccome ne abbiamo fatto tanto lo abbiamo dovuto vendere”.
Una passione nata per hobby, insomma, che è poi diventata un’azienda posta a circa 250 metri sul livello del mare, in una posizione invidiabile su fertili e dolci pendi ricoperti di uva Montepulciano e Pecorino. La Fattoria Gaglierano può vantare oggi una produzione misurata e selezionata, con uve particolarmente pregiate che rappresentano una indovinata alchimia tra territorio, persone e cultura del fare. “La mia idea era quella di costruire una casa in collina”, racconta Claudio: “poi è nata l’azienda agricola e la produzione di salumi e formaggi.
I nuovi vigneti risalgono al 2009 e i primi imbottigliamenti al 2015”. Tutto si fa in vigna, con la raccolta a mano, e niente viene aggiunto a ciò che offre la natura: l’azienda, infatti, è certificata biologica ed attua un sistema di agricoltura estremamente pulita, con particolare attenzione al ciclo stagionale ed alla fertilità naturale dei terreni. Il risultato è una gamma di vini di pregio, nata nel 2018 e denominata “Auà”, che in dialetto abruzzese si può tradurre con “Guarda!”, esclamazione duttile ed estremamente adattabile, come i vini che ne portano il nome, ai contesti e agli abbinamenti più diversi.
Tre i vitigni: Montepulciano, Cerasuolo e Pecorino, tutti autoctoni e rigorosamente D.O.C Bio. Tra le chiome argentee degli oliveti ed il verde cangiante della vegetazione mediterranea, interrotta da profondi calanchi, la Fattoria Gaglierano domina il territorio comunale di Città Sant’Angelo, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Fu centro degli antichi popoli Vestini, successivamente centro dell’Impero Romano ed infine ricostruita ex novo dai Longobardi per divenire roccaforte medievale dotata di castello e porto grazie alla prossimità con il Madre Adriatico.
Un territorio, quello di questa porzione d’Abruzzo, da sempre vocato all’agricoltura ed in particolare alla produzione di vino ed olio, che tuttora continua a svilupparsi.
Michela Nicolais