Friulano (ex Tocai), Malvasia e Ribolla. Tre vitigni autoctoni che raccontano una Regione che spicca per la qualità ma è spesso poco nota al grande pubblico perché al di fuori dei tour enogastronomici e turistici più battuti.
Se ne è parlato a Vinòforum, con una degustazione in forma di conversazione che ha permesso non solo agli addetti ai lavori, ma anche ai numerosissimi appassionati di scoprire un territorio ricco di storia e di tipicità geografiche che spaziano dalle montagne al mare, passando per città d’arte patrimonio dell’Unesco. Le Api Giulie e Carniche e le Dolomiti friulane sono a soli 130 chilometri dalla costa in cui si incontrano Grado e Lignano Sabbiadoro. Dalla zona lagunare si può poi risalire facilmente dalle falesie carsiche fino a Trieste, che nel 2025 sarà capitale della cultura.
E poi ci sono Udine, dalle atmosfere veneziane, e Pordenone. In un’ora e mezza di macchina si può riuscire a scoprire un territorio intatto – anche grazie alla Strada del Vino e dei Sapori FVG “Route 63”, illustrata nella relativa guida, molto dettagliata, messa a disposizione da Promoturismo Friuli Venezia Giulia – come il suo patrimonio vinicolo, che acquista caratteristiche di volta in volta diverse a seconda della zona e del microclima della regione in cui viene coltivato.
L’azienda Antonutti, ad esempio, a Pasian di Prato (zona sud ovest, pianura di origine alluvionale) produce un Friulano di buona acidità, con un sentore mandorlato che è una sorta di impronta digitale di quello che fino al 2008 si chiamava Tocai e a cui la Corte di giustizia europea ha imposto di cambiare nome poiché intaccava un famoso vino ungherese che era un toponimo.
In questo angolo di laguna, l’accoppiamento ideale è con un guazzetto di pesce, esaltato dalle note agrumate e dalla discreta persistenza. Ad Aquileia il mosaico della cattedrale, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, raffigura quasi come un presagio una foglia di vite.
Nel cuore dell’Istria e a 10 chilometri dal mare, l’azienda Valpanera mette la sua firma su una Malvasia Doc Friuli Aquileia che ha nella salinità il tono dominante: perfetta per un crudo di mare, grazie alla poca struttura e all’aroma non troppo pronunciato.
La Ribolla di Oslavia, infine, della cantina Primosic è un “orange wine” che sta conquistando una parte importante del mercato. Sentore di camomilla e agrumi, profumi non comuni per un bianco, caratterizzano l’aroma di un vino che non ha ancora ottenuto la Docg ma ha tutte le carte in regola per vincere la sua battaglia.
Un traguardo, del resto, alla portata delle vigne bombardate di Oslavia, alle porte di Gorizia, sotto gli occhi del vicino Isonzo che ha visto combattere ben 16 battaglie tra italiani e austriaci durante la seconda guerra mondiale.
Michela Nicolais