“Guardare il capello” significa non avere una visione d’insieme, ma soffermarsi su un piccolo dettaglio, spesso insignificante di qualcosa. Lo si dice spesso a chi è puntiglioso, ma non ha nulla a che fare con i capelli.
“Stai a guardà er capello” nasce nelle osterie romane tra il 1500 e il 1600. L’oste serviva il vino in recipienti di terracotta o di metallo da cui non si riusciva ad intravedere la quantità di vino che contenevano, raccogliendo le lamentele dei commensali.
A mettere fine a questi diverbi fu Papa Sisto V, il quale nel 1588 sostituì i recipienti di terracotta e metallo con delle caraffe di vetro, trasparenti, che potessero mostrare la quantità di vino versato. Vennero inoltre distinte varie misure di caraffe: Tubo (1 litro), la Foglietta (1/2 litro), il Quartino (1/4 litro), il Chirichetto (1/5 litro) e il Sospiro (1/10 litro).
Ed è qui che entra in gioco il capello, ossia la linea che stava ad indicare la quantità di vino da rispettare in ogni recipiente, una linea incisa nel vetro.