Dopo il successo dell’edizione 2023, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti è in rampa di lancio e si prepara a festeggiare la 13a edizione, che animerà Bologna dal 23 al 25 novembre 2024.
Anche quest’anno, numeri importanti con 1.007 vignaioli provenienti da ogni regione italiana che accoglieranno il pubblico insieme a due delegazioni di vignaioli europei in rappresentanza delle associazioni nazionali appartenenti a CEVI – Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, e a 32 soci di FIOI – Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti.
«Appassionati di vino e operatori avranno più di mille buoni motivi per venire al Mercato dei Vini», dichiara Lorenzo Cesconi, Vignaiolo e presidente della FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. «Ma non sono i numeri ad appassionarci: al Mercato, come nei nostri vigneti, lavoriamo ricercando la massima qualità. Il nostro obiettivo è che il Mercato dei Vini rappresenti un piacevole luogo di incontro tra produttori, che possono confrontarsi e condividere conoscenze ed esperienze, e tra produttori e consumatori, senza mediazioni. È come se nei padiglioni di BolognaFiere trasferissimo, per qualche giorno, le nostre cantine: lo spirito con cui accogliamo il pubblico è lo stesso».
Tra le conferme, il servizio degli ormai iconici carrelli del Mercato, indispensabili per portare fino al parcheggio le bottiglie acquistate. Il Mercato dei Vini aprirà le porte al pubblico sabato 23 novembre, alle ore 11.00, e resterà aperto ad appassionati e operatori fino alle 17.00 di lunedì 25.
Quattro le masterclass che arricchiranno il programma della manifestazione, dedicate al tema “Tempo e generazioni: passato, presente e futuro dei Vignaioli italiani”.
Ma chi sono i Vignaioli Indipendenti?
Piccoli e di qualità, ben radicati nei territori collinari e montani, attenti alla sostenibilità e orientati all’enoturismo: ecco l’identikit dei Vignaioli FIVI.
Qual è l’identikit di tale modello? Poco più di 10 ettari di vigneto la superficie media coltivata, 75 tonnellate di uva auto-prodotta per una produzione media di 38 mila bottiglie vendute ogni anno, un forte radicamento nei territori montani e collinari, un valore della bottiglia più che doppio rispetto alla media italiana: in altre parole, una filiera totalmente integrata, dalla vigna alla cantina, fino alla commercializzazione dei propri vini.
“Si conferma il ruolo strategico dei vignaioli nella filiera vitivinicola italiana: aziende di medio-piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, radicate sul territorio e capaci di creare valore ed esternalità positive lì dove operano; impegnate non solo nella produzione di vino di qualità, ma nella tutela del territorio e nella conservazione del paesaggio rurale italiano” ha detto Lorenzo Cesconi, vignaiolo e presidente di FIVI.