Ribelle per passione. Si potrebbe definire così Danilo Scenna, incontrato tra i banchi di assaggio di “Fivi”, il mercato dei vignaioli indipendenti che a Bologna ha riunito mille aziende registrando un successo di pubblico senza precedenti, per la prima assoluta di questa manifestazione vitivinicola nella capitale dell’Emilia Romagna.
D.S. bio, dalle iniziali del fondatore, nasce nel 2012 dall’intuizione del suo titolare, da sempre legato alle tradizioni del suo territorio d’origine. Siamo a Pescosolido, in provincia di Frosinone, a 630 metri sul livello del mare, dove i venti della Valle di Roveto si incrociano con quelli provenienti dal versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Qui la biodiversità è una vocazione naturale: le montagne a Nord, l’esposizione a Sud, l’altitudine, le estreme pendenze dei campi, l’arenaria e i terreni calcarei, distribuiti in piccoli appezzamenti circondati da uliveti centenari, boschi di leccio e di quercia rendono questa angolo di Lazio che guarda all’Abruzzo un territorio unico, dove la filosofia biodinamica è portata avanti con rigore.
E di “filosofia” – unita allo studio e alla metodologia applicata alla lettera – ci parla anche Danilo quando ci descrive il suo primo vino, prodotto di getto all’insegna della sua passione per i cavalli, come racconta l’etichetta di “Indomato”, dove i riflettori sono sul primopiano di un cavallo con una cresta di capelli rock, segno appunto di uno spirito ribelle che fa cambiare al nome del vino la vocale.
Stesso nome per la seconda etichetta vinicola, dove il ritratto del cavallo diventa “preppy” grazie al giubbino indossato stile college americano e alla chioma più fluente in versione “happy days”.
“Simbolo di un vino che è maturato grazie agli anni di esperienza, proprio come il ritratto del cavallo”,
ci spiega Danilo. Poi vengono l’”Arcaro”, dal nome di un famosissimo fantino, circondato da una rappresentazione fotografica puntiforme dei vigneti dall’alro, e il “Volumnia”, etichetta omaggio alle donne che porta il nome di colei che ha osato ribellarsi ai Volsci.
Se le etichette raccontano un vino, quelle di Danilo sono vere e proprie storie di passione e cura del territorio unite alla voglia di sperimentazione, nel pieno rispetto dell’ambiente.
E i risultati all’assaggio sono bianchi, rosati e rossi dal carattere deciso e avvolgente, con un alone di mistero che resta nel bicchiere.
Michela Nicolais