Duecento anni e non sentirli. Quando Alessandro e Ferdinando ti accolgono per una visita in cantina, il loro sorriso parla di una tradizione di famiglia che ha saputo adattarsi ai tempi facendo tesoro della ricchezza di una storia lunga sette generazioni.
La famiglia Carletti è proprietaria dell’Azienda Agricola Casale Marchese da circa due secoli. Alessandro e Ferdinando sono la settima generazione; il più grande, Alessandro, è l’amministratore, mentre il più giovane, Ferdinando, è l’agronomo dell’azienda. Sfogliando l’album di famiglia, si incontrano due illustri cardinali: Ludovico Micara (1775-1847) e Clemente Micara (1879-1965), a cui è dedicato il vino “Clemens”. Davanti a noi si staglia in tutta la sua elegante ma discreta imponenza il Casale del XVIII secolo, una parte del quale è la dimora della famiglia Carletti, mentre l’altra è destinata alla produzione vinicola.
Grazie ad una ristrutturazione recente, è qui che trova spazio la cantina, che risale al Settecento e si presenta oggi moderna e tecnicamente all’avanguardia. La storia di Casale Marchese comincia nel 1301, data in cui il Casale venne citato in una Bolla di Bonifacio VIII come parte del feudo della famiglia Annibaldi. In epoca rinascimentale, il Casale divenne dimora di un personaggio illustre, figlio di un intimo amico di Caravaggio: il Marchese Emilio de’ Cavalieri (1550-1602), compositore e organista italiano.
Proprio al Marchese de’ Cavalieri deriva il nome, ancora oggi sulle mappe, “Casale del Marchese”. Nei secoli seguenti, la tenuta viene menzionata in diversi documenti ufficiali, come il Catasto Pontificio del 1860.
“La nostra produzione va avanti con amore da due secoli e ogni anno porta con sé elementi di rinnovamento”, spiega Alessandro: “Tutti i processi di vinificazione, imbottigliamento e confezionamento sono fatti qui, nel nostro Casale. Gestiamo le colture seguendo le norme della produzione integrata, con esclusivo utilizzo dei prodotti a basso impatto ambientale. Produciamo anche un olio extravergine di oliva esclusivamente con le olive della nostra tenuta”.
L’azienda agricola Casale Marchese è immersa nel territorio del Frascati DOCG, il vino per eccellenza e d’eccellenza dei Castelli Romani. Il panorama è davvero straordinario: davanti agli occhi si stagliano oltre 50 ettari di terra, destinati in gran parte a vigneti specializzati, alternati ad ulivi secolari. Antico e nuovo ancora una volta si fondono, e le tecniche vitivinicole d’avanguardia si richiamano, solo apparentemente per contrasto, ad una sapienza antica.
In queste terre, infatti, si produce vino da sempre. Almeno dai tempi di Marco Porzio Catone, detto il “Censore”, che intorno al 230 a.C., da buon cittadino autoctono, raccomandava caldamente di piantare la vite nel territorio ai piedi del Monte Tuscolo.
40 ettari di vigneto, 150 mila bottiglie prodotte, i “numeri” di Casale del Marchese. Oltre alle uve tipiche del Frascati, recentemente sono state impiantate anche varietà internazionali, dallo chardonnay al cabernet. Tra i vini degustati, il Frascati Superiore Quarto Marchese 2020, da uve malvasia puntinata, trebbiamo toscano, bombino e bellone. Affinato in acciaio, dalle note balsamiche e aromatiche, si distingue per l’ equilibrio tra freschezza e persistenza.
“Allevamenti in gran parte a Cordone Speronato, con alta densità di piante per ettaro (4.000 – 5.000) e potatura corta; questo ci permette di concentrare meglio i caratteri chimico fisici della qualità nei pochi grappoli prodotti per pianta (1,5 – 2kg). Per noi il rispetto della natura e del luogo in cui viviamo è una priorità. Amiamo questa terra e la proteggiamo da oltre due secoli.
Per questo gestiamo le colture seguendo le norme di produzione integrata, con esclusivo utilizzo dei prodotti a basso impatto ambientale.”
Le varietà dei vigneti di Casale Marchese sono quelle che vengono tradizionalmente utilizzate per la produzione del vino Frascati: Malvasia Puntinata, Malvasia di Candia, Trebbiano Toscano, Greco, Bombino, Bellone. Recentemente sono state impiantate varietà internazionali come Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet.
Michela Nicolais