Si chiama Magliocco, ed è il vitigno principale di tutta la provincia cosentina, sia per presenza in vigneto che per rendimento qualitativo. Grazie al Consorzio Terre Di Cosenza dop, il Magliocco ha registrato un sonoro e immediato successo di pubblico e di critica fin dal primo giorno di Vinòforum, l’evento romano che si è appena concluso al Parco di Tor di Quinto.
Lo stand del Consorzio è stato infatti letteralmente preso d’assalto dai visitatori nello spazio allestito all’interno dell’area fieristica, scoprendo le diverse interpretazioni del Magliocco e dei vitigni a bacca bianca del terroir proposte dalle aziende Ferrocinto, Giraldi & Giraldi, La Matina, Le Conche, Masseria Falvo, Serracavallo, Serragiumenta, Spadafora, Tenuta Celimarro, Terre di Balbia che partecipano alla spedizione capitolina. L’etimo del vitigno sembra derivare dal greco “strettissimo nodo”, che ne descrive le sue caratteristiche peculiari: grappolo medio-piccolo, piuttosto allungato, spesso composto da due ali, con un acino di dimensioni medie, di colore blu-nero e buccia spessa.
Dotato di una buona resistenza alle avversità naturali e climatiche, matura tardivamente e si vendemmia, in genere, nella prima o seconda decade di ottobre. Nei vigneti tradizionali è sempre in uvaggio con il Greco nero o altri vitigni autoctoni, ma negli ultimi anni si è sviluppata la tendenza da parte dei produttori di vinificarlo in purezza, per ottenerne vini schietti, di grande struttura ed equilibrio acido-alcool. Molti produttori hanno dedicato a questo vitigno e al vino da Magliocco dolce in purezza i migliori vigneti, a cui riservano le cure maggiori per ottenerne vini di grande personalità.
E’ il caso della famiglia Valentoni, che a San Marco Argentano è proprietaria dell’Abbazia Santa Maria della Matina (da cui il nome dell’azienda), fondata intorno alla meta dell’XI secolo per volere di Roberto il Guiscardo su un preesistente edificio benedettino e trasformata in uno dei più raffinati esempi di architettura cistercense in Europa.
“E’ in questa abbazia che Papa Urbano II ha benedetto la prima Crociata”,
ci racconta Michele a proposito della storica azienda di famiglia, portata avanti dal 1953 da suo nonno e dal 2021 diventata un’azienda agricola di circa 100 ettari, cinque dei quali occupati dall’abbazia.
Tra i vini prodotti, il “Madam” Terre di Cosenza DOP da magliocco dolce, che si è aggiudicato il secondo posto come miglior rosato del Mediterraneo, e “Umuntu”, che rimanda alla collina su cui sorge il vigneto. Il riferimento, per entrambi i vini, è alla vista che si gode dalle due porte dell’abbazia.
Michela Nicolais