La sostenibilità non è più un optional, neanche nel mondo del vino. Così come non lo è più certificarla per poterla dimostrare e raccontare.
E se ormai sono tantissime le aziende che seguono questo o quello standard (in attesa del varo ufficiale del tanto attesto “standard unico di certificazione” del vino italiano da parte del Ministero delle Politiche Agricole) di sostenibilità e di certificazione, sono sempre più i territori che, attraverso i Consorzi, puntano ad una certificazione come Denominazione.
Percorso già annunciato dal Consorzio del Prosecco, a cui si aggiunge anche quello del Vino Nobile di Montepulciano, nel nome del protocollo “Equalitas” (società nata nel 2015 da una iniziativa di Federdoc, che è la controllante, e di Unione Italiana Vini, e che vede nella compagine sociale anche Csqa Certificazioni, leader italiano nella certificazione agroalimentare, Valoritalia, primo ente certificatore delle denominazioni del vino, il Gambero Rosso e 3AVino, società specializzata nella finanza vitivinicola). Una scelta quasi “naturale”, verrebbe da dire visto che, di fatto, la “culla” di Equalitas è stata una cantina pioniera della sostenibilità come Salcheto, griffe del territorio di Montepulciano.
“Dopo un 2021 che ha fatto segnare una crescita record delle vendite, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano ha deciso di rafforzare il proprio impegno verso uno sviluppo sostenibile – spiega una nota – affidando a Valoritalia l’incarico di certificare con il protocollo “Equalitas” la sostenibilità delle denominazioni tutelate. Una scelta arrivata al termine di un percorso iniziato oramai da alcuni anni, che ha previsto la partecipazione attiva di buona parte delle aziende socie e consentito di maturare e condividere una decisione che avrà un forte impatto sullo sviluppo futuro del territorio. L’iter di certificazione dovrebbe concludersi al più tardi entro il primo semestre 2022 e consentirà alle denominazioni Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vinsanto di Montepulciano, di diventare le prime denominazioni sostenibili italiane.
“L’obiettivo che ci siamo posti – dichiara Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – è ambizioso quanto decisivo sul piano strategico, poiché significa modificare progressivamente il profilo produttivo e organizzativo delle imprese che aderiscono a questo progetto, che poi sono la quasi totalità di quelle che aderiscono al Consorzio. Da un lato, infatti, stiamo introducendo metodi e tecniche di produzione più rispettosi dell’ambiente e del paesaggio; dall’altro siamo impegnati, e lo saremo sempre più in futuro, a garantire un elevato standard di valori etici, sociali ed economici, che rafforzeranno la coesione tra le nostre imprese e tra queste e il territorio. Quando parliamo di sostenibilità dobbiamo tener presente che quest’ultima è costituita sia dalla dimensione ambientale, sia dalla dimensione economica e etico- sociale; il rispetto dei valori e dei diritti collettivi gioca quindi un ruolo centrale in questo processo”.
“La scelta del Consorzio di affidare a Valoritalia l’incarico di certificare le proprie denominazioni – dichiara Francesco Liantonio, presidente Valoritalia – costituisce per noi un grande attestato di fiducia. Sin dall’inizio abbiamo creduto nello standard Equalitas e da anni investiamo nella formazione di nostri collaboratori, giovani, specializzati e molto preparati, e nella promozione di un protocollo che sta riscuotendo un grande successo tra imprese e organismi internazionali. Nobile, Rosso e Vinsanto di Montepulciano saranno le prime denominazioni italiane a essere certificate, ma sono sicuro che, a breve, altri Consorzi decideranno di seguire la stessa strada”.
Il rilancio verso l’obiettivo della sostenibilità avviene in un momento di grande euforia per il Consorzio che, nel 2021, ha visto crescere del 30% le vendite del Vino Nobile per un ammontare complessivo pari a oltre 6,7 milioni di bottiglie. A queste si devono aggiungere 2,7 milioni di bottiglie di Rosso di Montepulciano e le 30.000 di Vinsanto, che portano il totale dei volumi delle tre denominazioni che fanno capo al Consorzio ad oltre 9 milioni di bottiglie. Un livello che non si vedeva da tempo e che fa ben sperare per il 2022.
fonte: winenews