Bererosa 2021: cinque donne con la stessa passione

“Ci siamo riconosciute e abbiamo fatto squadra insieme”. Rosa Capece spiega così il segreto e la filosofia di Donne in Vigna, un’associazione formata da 5 imprenditrici del settore agroalimentare del comparto vitivinicolo del territorio della Tuscia, nell’alto Lazio.

A Bererosa2021, nella splendida cornice di Villa Appia Antica, con l’antica e omonima via consolare romana che si staglia all’orizzonte, ci parlano con gli occhi e con il sorriso di cosa significa, per le donne, scoprire e imparare giorno per giorno che fare rete è un valore aggiunto, anche quando si tratta di vino.

E il vino, loro, non lo assaggiano semplicemente, ma lo allevano in vigna e lo producono. Tanto che non è raro, se si visitano i loro rispettivi vigneti, trovarle a guidare un trattore, tra i filari o in cima a un timo, intente o a mandare avanti la propria azienda governandone tutta la filiera – compresi i contatti con il pubblico – grazie alla squisita attenzione, tutta femminile, all’ascolto e alla cura anche dei più piccoli particolari. “In azienda serve saper fare tutto, e quella di noi donne è una presenza sempre visibile”, tiene a precisare Rosa.

Cinque donne e cinque aziende agricole – Le Lase, Tenuta La Pazzaglia, Terre di Marfisa, Vigne del Patrimonio, Vini Pacchiarotti – che abitano lo stesso territorio ma invece di comportarsi da concorrenti si comportano da “agoniste” del vino, mettendo in comune le loro esperienze, le vittorie ma anche le difficoltà. Insieme è meglio, il loro punto di forza, anche per comunicare adeguatamente il valore e la qualità dei loro prodotti e l’amore per il territorio dove vivono: una terra vulcanica come loro, e come il lago di Bolsena che ne è il fulcro.

A Bererosa2021 sono presenti anche Antonella Pacchiarotti e Nathalie Clarici. La prima è titolare dell’azienda di Vini Pacchiarotti, eccellenza nell’Aleatico, con una cantina del XVII secolo interamente scavata al piccone e recentemente ristrutturata nel rispetto della tradizione ma con uno sguardo attento alle più moderne esigenze di produzione. Ramatico, Pian di Stelle, Matèe, Cavarosso, Turan e Butunì sono i nomi dei vini prodotti. La seconda, invece, dirige Terre di Marfisa e ha ereditato dalla nonna l’amore per questa terra, che si ritrova nel logo (l’unicorno, collegato a Giulia Farnese) e nei nomi dei vini, appositamente scelti in etrusco per sottolinearne le radici culturali (Tesham, Athumi, Athumi Calus, Thu Sha, Zamathi, Zamathi Iris, Anthaia).

Il marchio di fabbrica di di Vigne del Patrimonio, ci spiega Rosa Capece, sono gli spumanti prodotti col metodo classico: Alarosa, Aladoro, Alaenne, cui si aggiunge un vino rosso fermo Vepre cabernet franc. Il terreno vulcanico e collinare, piacevolmente deliziato dalla brezza marina, ha permesso a quest’azienda di piantare qui i vitigni tipici del Nord Italia. Pinot Nero e Chardonnay, grazie alle caratteristiche del terroir di origine vulcanica e del clima favorevole, si rivelano al palato carichi di mineralità ed ebbri di profumi e aromi floreali, che danno ai vini una struttura importante.

Cinque donne con personalità e sfumature diverse, ma tutte accomunate dalla tipica resilienza femminile in un mondo ancora in gran parte dominato da logiche maschili. Cinque “Donne in vigna” che non hanno dubbi: il denominatore comune dei loro vini è l’eleganza, quella che le donne mettono in tutto quello che fanno. Anche tra i filari.

Michela Nicolais

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