Secondo un sondaggio promosso da Coldiretti, il 23% degli italiani, quasi uno su quattro, smetterebbe di bere vino o ne ridurrebbe il consumo se sulle etichette vedesse apposte scritte allarmistiche come quelle presenti sui pacchetti di sigarette.
E’ quanto intende fare l’Unione europea nel suo nuovo Piano per la salute, che prevede, nel testo approvato dalla Commissione europea, un’indicazione obbligatoria della lista degli ingredienti e delle indicazioni nutrizionali sulle bevande alcoliche entro la fine del 2022 e degli allarmi salutistici entro la fine del 2023 rivedendo anche la “politica di promozione sulle bevande alcoliche”.
Un impegno sicuramente meritevole, quello della Commissione, che ambisce a creare un’Unione di persone con stili di vita più sani, riducendo drasticamente fenomeni fin troppo diffusi di abuso di sostanze alcoliche e alimentazione scorretta, al fine di tutelare la salute dei suoi cittadini. Tuttavia, precisa il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”.
La tesi sostenuta da Coldiretti è che “L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto” e in questo caso un’eccellenza del Made in Italy, il vino, il cui consumo calibrato e moderato è un piacere, e non un vizio dannoso. “L’italia – prosegue Coldiretti – è il Paese più ricco di piccole tipicità tradizionali che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che senza sostegni alla promozione rischiano invece di essere condannate all’estinzione”.